Ricerche

Le assistenti familiari a Genova: rapporto di ricerca
Condizioni di lavoro, soddisfazione per il proprio operato, diritti, formazione. Sono alcuni dei temi indagati nella ricerca sulle assistenti familiari a Genova, promossa dall'Agenzia Regionale Sanitaria (ARS) della Regione Liguria, in collaborazione con il Comune di Genova e l’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS) di Milano. Lo scopo dell’indagine, basata su 269 interviste, è stato quello di esplorare le specificità del lavoro privato di cura a Genova e di verificare la propensione delle assistenti familiari a qualificarsi e a collegarsi alla rete dei servizi. 
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I lavoratori immigrati regolari
Il “IV Rapporto sui lavoratori di origine immigrata negli archivi INPS”, curato dai redattori del Centro Studi e Ricerche Idos-Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes, in collaborazione con lnps, contiene un approfondimento dedicato al lavoro di cura. Lo studio mostra come il supporto dei lavoratori immigrati (circa mezzo milione quelli assicurati all’Istituto, ma molto di più quelli effettivi) consenta alla rete pubblica, in un Paese con almeno 2,6 milioni di persone non autosufficienti e una popolazione composta per oltre un quinto da ultrasessantacinquenni, un risparmio quantificato dal Ministero del Lavoro in 6 miliardi di euro per il 2007.
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Lavoratori stranieri in Veneto
Gli stranieri, dal 2008, hanno perso circa il 5% dei posti di lavoro dipendente, contro il 3% degli italiani. Il “Rapporto 2011 sull’immigrazione straniera in Veneto”, elaborato dall’Osservatorio regionale, spiega che il maggior calo di occupati stranieri è attribuibile alla loro consistente presenza nei settori più colpiti dalla crisi, come il manifatturiero e le costruzioni. Inoltre, gli occupati stranieri sono la parte più mobile dell’offerta di lavoro, essendo destinatari di circa il 30% delle assunzioni con contratto di lavoro di somministrazione. In questo quadro di lavoro precario, secondo lo studio, resta però forte la richiesta di lavoratori nel settore della cura domestica e dell’assistenza presso le famiglie. Nel biennio 2009-2010 i nuovi rapporti di lavoro attivati, anche a seguito del procedimento di emersione del 2009, sono stati circa 63mila. A fine 2010 il numero di assistenti familiari stranieri ha toccato le 60 mila unità. Si tratta in larga parte di donne, dai 31 ai 50 anni, provenienti soprattutto da Romania, Moldova e Ucraina.
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Da: Redattore sociale

“Badanti informate, famiglie protette”
I 2 milioni e mezzo di famiglie (Censis), che ricorrono ai servizi dei collaboratori domestici, riconoscono a colf e badanti non solo il ruolo di supporto nello svolgimento degli aspetti pratici della quotidianità (come scelta degli acquisti alimentari, la gestione delle bollette, il rapporto con la Pubblica Amministrazione, ecc.), ma anche quello di protezione rispetto al rischio che gli anziani incorrano in truffe e raggiri. Lo afferma l’indagine realizzata da Adiconsum e Movimento Difesa del Cittadino che chiude l’iniziativa “Badanti informate Famiglie protette”, finanziata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Lo studio sottolinea che le famiglie italiane ritengono “molto” o “moltissimo” utile (quasi il 66%) informare e formare queste figure professionali sui temi riguardanti i diritti dei consumatori, al fine di promuovere una maggiore integrazione e aiutare, anche in questi aspetti pratici, gli anziani e le famiglie con cui vivono o per cui lavorano.
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Da: mdc 

"Migrants in an irregular situation employed in domestic work: Fundamental rights challenges for the European Union and its Member States"
L’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (Fra) ha realizzato uno studio sulle condizioni degli immigrati irregolari impiegati come lavoratori domestici. La ricerca, condotta in Belgio, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Polonia, Spagna e Svezia, offre uno spaccato sulla situazione dei lavoratori domestici irregolari operanti in paesi differenti per sistema di welfare e normativa sul lavoro domestico e l'immigrazione.
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