a cura della Redazione
Settembre 2015
Gli anziani in Italia aumentano al ritmo di 220.000 unità all’anno, i non autosufficienti di circa 42.000. I consumi sanitari di un ultra 65enne sono doppi di un trentenne. Tutto questo mentre abbiamo un sistema di aiuti che segna decisamente il passo, che non solo non segue questa curva ma che fatica a innovarsi, per esempio di fronte a un’emergenza nazionale come le demenze.
Il “Primo rapporto sul lavoro di cura in Lombardia” (Maggioli editore) certifica una distanza tra bisogni e servizi molto, molto ampia. Le famiglie si arrangiano come possono: tra risorse proprie e mercato della badanti.
Su tutto aleggia l'assenza di una politica nazionale sulla non autosufficienza. Una politica poco disposta a guardare al medio-lungo periodo, ostaggio delle emergenze continue rilanciate dai media. Aleggia l’assenza di attenzione alla popolazione anziana, se si eccettua la disputa infinita, e di recente ripresa, sulle pensioni.
Ci occupiamo di badanti da tanto e quest’anno ricorre il decennale di Qualificare.info. Abbiamo cercato di fare su questo tema quello che siamo in grado di fare, con risultati che non spetta a noi valutare. Ma non nascondiamo che la realtà del lavoro di cura ha fatto progressi limitati in questi anni. I tanti progetti, interventi normativi, servizi, hanno avuto, diciamolo, un impatto contenuto se guardiamo il mercato del lavoro di cura nel suo complesso. Limitato per dimensione e per estensione temporale. Abbiamo combattuto il silenzio complice dello Stato su questa realtà, e l’afonia impotente delle famiglie coinvolte.
Ritroviamo oggi una realtà se possibile ancora più sommersa, a cui ci si è ormai abituati, sovrastata da emergenze nazionali più esposte ed eclatanti. In cui due noti editorialisti sulla prima pagina del "Corriere della Sera" dichiarano seraficamente che in Italia "le badanti straniere hanno risolto l'assistenza agli anziani" (Alberto Alesina e Francesco Giavazzi il 13 settembre).
Lanciamo una raccolta di risposte sul futuro dell'assistenza alle persone non autosufficienti, rivolgendo ai nostri lettori due domande. Vi invitiamo a rispondere, in maniera sintetica, firmata o anonima.
Vi chiediamo:
1. Condividete questa analisi?
2. Che cosa occorre fare, quali sono le priorità, che cosa è realisticamente possibile proporre, su cosa conviene “premere” per realizzare una più adeguata rete di sostegni e sicurezza per la terza età in questo paese?