Ricerche

Un welfare innovativo per la non autosufficienza degli anziani, Laboratorio Urbano Bologna
L’area welfare del centro di documentazione “Laboratorio Urbano” di Bologna ha presentato il suo documento propositivo in materia di non-autosufficienza degli anziani nell’area bolognese, che attribuisce un ruolo di primo piano alla cooperazione pubblico/privato. Il documento − a cura di Marisa Anconelli, Walter Vitali, Alberto Alberani, Lalla Golfarelli, Fiammetta Fabris, Walther Orsi e Raffaele Tomba − avanza tre proposte:
1. La costituzione di un Fondo integrativo territoriale per la non autosufficienza, di natura assicurativa, finalizzato all’erogazione di trattamenti e prestazioni non comprese nei livelli essenziali delle prestazioni.
2. L'introduzione di buoni servizio per la non autosufficienza degli anziani, spendibili anche per le assistenti familiari, riguardanti sia il primo pilastro, quello pubblico, che il secondo, quello pubblico/privato, del welfare per gli anziani.
3. Il riconoscimento del ruolo dei caregiver familiari, attraverso interventi di valorizzazione e di sostegno alla loro attività.
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Oltre 10mila persone con disabilità grave sole e senza aiuto, Istat
Metà della popolazione giovane e adulta con gravi disabilità non riceve aiuti dai servizi pubblici, non si avvale di servizi a pagamento, e il carico dell’assistenza grava completamente sui familiari conviventi. Sono alcuni dei dati dell’Indagine multiscopo sulle condizioni di salute, condotta nel 2012-2013, presentati da Linda Laura Sabbadini durante l’Audizione dell’Istituto nazionale di statistica alla Camera dei Deputati, nell’ambito della riflessione in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare. La metà dei disabili gravi giovani e adulti fino a 64 anni (260 mila) vive come figlio con uno o entrambi i genitori, il 20,3% vive con il partner e i figli, il 10,6% solo con il partner ed il 9,6% vive solo. Le persone sole disabili gravi sono circa 51 mila: la loro situazione è la più critica: il 23% usufruisce di assistenza sanitaria o non sanitaria erogata da servizi pubblici; il 15,5% paga l’assistenza non sanitaria a domicilio per le attività di cura della persona; il 54%, in caso di necessità, ricorre solo all’aiuto di familiari non conviventi. Emerge, comunque, una quota del 20% che non può contare su alcun aiuto. Si tratta di un segmento di disabili gravi, oltre 10mila persone, che si trova in condizioni particolarmente critiche, senza nessun tipo di sostegno.
Da: Istat


Migrazione e Sviluppo nelle politiche dell'Unione Europea e dell'Italia: orientamenti per un approccio cosmopolitico, CeSPI
Le dinamiche migratorie che interessano l'Europa si stanno rapidamente trasformando. Dall'inizio della crisi economica nel 2008, la crescita dei flussi migratori per lavoro provenienti dai paesi terzi e diretti all'Europa è rallentata, mentre è aumentata ad un ritmo sostenuto la migrazione intra-europea, proveniente non solo dai nuovi paesi membri dell'Est Europea, ma anche dai paesi dall'Europa del Sud, tra cui l'Italia. Lo studio di Flavia Piperno, realizzato grazie alla collaborazione tra ActionAid e CeSPI, mette in luce come di fronte a questa realtà diventa sempre più importante ragionare in termini di mobilità in entrata e in uscita, piuttosto che di "immigrazione", e guardare alle migrazioni attraverso la lente del transnazionalismo: integrazione e reintegrazione, mobilità e ritorno sono aspetti che richiedono, sempre più, di essere gestiti non come elementi separati e opposti, ma al contrario attraverso una strategia comune, coerente e cosmopolitica. Il documento avanza una serie di riflessioni e raccomandazioni che si indirizzano al governo italiano affinché si faccia promotore di politiche su migrazioni e sviluppo sulla base di una strategia sul co-sviluppo a livello nazionale ed europeo.
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Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente, Istat
Nel 2013 le immigrazioni dall'estero sono state 307 mila, 43 mila in meno rispetto all'anno precedente (-12,3%). Il calo delle iscrizioni dall'estero è imputabile ai flussi che riguardano i cittadini stranieri, il cui numero scende da 321 mila nel 2012 a 279 mila nel 2013. Rispetto al 2012, risultano in calo di 23 mila unità le iscrizioni di cittadini rumeni (-29%). In termini relativi, calano significativamente anche le iscrizioni di cittadini ecuadoriani (-37%), ivoriani (-34%), macedoni (-26%) e polacchi (-24%). Sono alcuni dei dati diffusi dall’Istat che sembrano indicare un'attrattività in calo del nostro Paese. 
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Il nuovo care mix. Realtà e prospettive della cura agli anziani, tra pubblico (locale) e privato (transnazionale), Fieri
La sezione dedicata al community welfare del rapporto "Il nuovo care mix", a cura di Irene Ponzo, è stata pubblicata sul sito delle conferenza ESPANET. La ricerca analizza il crescente mix sul fronte dei produttori di welfare (enti pubblici, associazioni, cooperative, fondazioni, imprese profit, ecc.), e degli utenti, a seguito del fenomeno migratorio. Due i punti di vista adottati: dall’alto, guardando alle politiche, e dal basso, analizzando come il "care mix"  si traduce nella vita quotidiana delle famiglie, spesso costrette a costruirlo giorno per giorno, incastrando risorse provenienti dallo stato, dal mercato e dalla rete parentale e comunitaria.
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Per richiedere copie del rapporto, contattare fieri@fieri.it
 

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