di Sergio Pasquinelli - Istituto per la Ricerca Sociale, Milano
Settembre 2012
Tra le regioni meno attive sul fronte delle assistenti familiari, la Lombardia si è ora riposizionata. La DG Occupazione e politiche del lavoro ha promosso nel mese di aprile un bando per formare le badanti. Con uno stanziamento di due milioni di euro, risorse provenienti dal POR FSE 2007-2013, nell’ambito di un Accordo di programma con il Ministero del lavoro per la qualificazione dei servizi alla persona[1].
Il dispositivo in sintesi [2]
Finalità dell’intervento è il rafforzamento delle competenze di coloro che sostengono la famiglia nella cura dei componenti non autosufficienti e bisognosi di cure specifiche. Hanno potuto accedere alla Dote assistenti familiari i cittadini italiani e stranieri che hanno superato un colloquio di orientamento e attitudinale svolto da un Ente di formazione professionale accreditato. Il passaggio attraverso l’Ente è cruciale, sia ex ante nella presentazione della domanda, sia ex post nella declinazione di un Piano di intervento personalizzato (Pip) di tipo formativo.
La Dote, per un valore massimo di 2.500 euro, permette di fruire dei percorsi formativi compresi nell’offerta presentata dagli Enti. Tutti i corsi vanno realizzati entro il 2012. Il percorso formativo è quello stabilito da Regione Lombardia con il Dduo 15243 del 17/12/2008[3]. Esso prevede, in alternativa, un corso base di 160 ore articolato in 40 ore introduttive e 120 in un modulo relativo alla assistenza alla persona non autosufficiente, oppure un corso di secondo livello di 100 ore dedicato all’assistenza di persone affette da malattie neurologiche avanzate.
L’accesso al secondo livello è possibile solo dopo aver frequentato il corso base. Ma tali corsi in passato sono stati realizzati molto poco e quindi poche saranno le persone in grado di accedere al secondo livello. La grande maggioranza della formazione sarà quindi una formazione di base.
Una ulteriore considerazione riguarda la nazionalità delle persone coinvolte. L’assegnazione della Dote prevede, in base ad accordi presi con il Ministero del Lavoro, che il 49 per cento vada a beneficio di cittadini comunitari. I cittadini comunitari che svolgono questo lavoro sono in massima parte italiani e romeni (le polacche sono quasi scomparse da questo settore), la cui presenza verosimilmente non supera il 35-40 per cento del totale nella realtà lombarda (si veda: Qualificare.info). C’è dunque una sovra-rappresentazione di queste due nazionalità.
Sono inoltre previsti speciali voucher conciliativi rivolti alle famiglie presso cui operano le badanti impegnate nei corsi, per sostituirle nelle ore di frequentazione della formazione. Sarà interessante valutare l’adesione a questi titoli, che in altri contesti regionali è risultata essere mediamente tiepida.
Come è andata finora: first come, first served [4]
La possibilità di richiedere la Dote è scattata online alle ore 12 di mercoledì 18 aprile. Meno di un’ora dopo i posti erano esauriti e nel primo pomeriggio il bando è stato chiuso. Fatte salve le ripartizioni per provincia, la priorità di ingresso è stata dettata unicamente dal tempo di arrivo delle istanze. Un vero e proprio click day, che ha premiato i grandi centri di formazione professionale, in grado di organizzarsi per tempo, reclutare e preparare un buon numero di assistenti familiari, gestire in simultanea molte richieste. Un tetto massimo di assistenti familiari per Ente avrebbe potuto limitare la concentrazione su pochi operatori.
Erano possibili altri criteri di accesso? Forse sì, l’avere già seguito con successo il modulo di base, la disponibilità a lavorare anche in orario notturno e non solo in orario diurno possono essere per esempio dei criteri utilizzabili in futuro. Oggi la domanda di assistenza sulle 24 ore si scontra, infatti, con una disponibilità in calo.
Le richieste evase riguardano circa 850 assistenti familiari: sono questi che usufruiranno della Dote. Coloro che hanno avanzato domanda sono molti di più, il triplo, per una spesa eccedente di cinque milioni di euro i due disponibili. Meno di novecento persone sono una goccia nel mare: le assistenti familiari in Lombardia sono almeno 140.000, secondo stime Irs. Ma è certo una iniziativa lodevole nel contesto di una regione che ha finora ampiamente delegato l’intervento in questo settore agli ambiti distrettuali.
Le assistenti familiari in Lombardia
Con contratto di lavoro (36%)
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52.560
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Regolarmente presenti in Italia ma senza contratto (44%)
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64.240
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Irregolarmente presenti in Italia (20%)
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29.200
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Totale
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146.000
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