Immigrazione nel mondo
La prima parte del "Rapporto annuale sulle migrazioni internazionali", a cura dell'OIM (International Organization for Migration), è dedicata quest'anno al tema della comunicazione efficace sulla migrazione. Sono inoltre analizzate le tendenze migratorie più importanti nel 2010/2011, con una panoramica degli sviluppi nella politica, la legislazione, la cooperazione internazionale. La seconda parte è dedicata alle attività programmatiche svolte dall'OIM a partire dalla fine della Guerra Fredda. Il rapporto, che può essere consultato in lingua inglese, francese e spagnola, è scaricabile gratuitamente dal sito dell'OIM
Immigrazione in Italia
Al primo gennaio 2011 si contavano, in Italia, circa 5,4 milioni di stranieri (compresi gli irregolari), solo 70 mila in più rispetto al 2010. Un incremento che rappresenta il minimo storico. Nella classifica delle nazionalità presenti sul territorio nazionale, al primo posto ci sono i romeni, con 1 milione e 111mila presenti, seguono i marocchini che sono 575 mila e gli albanesi, che ammontano a 568 mila. Sono alcuni dei dati contenuti nel “XVII Rapporto Ismu sulle migrazioni”, presentato lo scorso dicembre.
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Il futuro demografico del Paese, Istat
Sarà particolarmente accentuato, entro i prossimi trent’anni, l’aumento del numero di anziani: gli ultra 65enni, oggi pari al 20,3% del totale, aumenteranno fino al 2043, anno in cui oltrepasseranno il 32%, per poi raggiungere un massimo del 33,2% nel 2056. La trasformazione della struttura per età della popolazione comporterà un marcato effetto sui rapporti intergenerazionali. L’indice di dipendenza degli anziani (cioè il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età attiva, 15-64 anni), oggi pari al 30,9%, crescerà fino a un livello del 59,7% nel 2065. I dati sono contenuti nel report dell'Istat "Il futuro demografico del Paese", pubblicato il 28 dicembre 2011, che fornisce le previsioni regionali della popolazione residente, fino al 2065. Le previsioni sono disponibili per genere, tipo di scenario, cittadinanza (residenti in totale, residenti stranieri) per tutti gli anni di previsione e per singola regione sul datawarehouse oltre che sul sito tematico.
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Conciliazione tra lavoro e famiglia, Istat
Sono circa 15 milioni 182 mila (il 38,4% della popolazione tra i 15 e i 64 anni) le persone che nel 2010 dichiarano di prendersi regolarmente cura di figli coabitanti minori di 15 anni, oppure di altri bambini, di adulti malati, disabili o di anziani. Il dato è contenuto nel report dell'Istat "La conciliazione tra lavoro e famiglia", relativo all'annualità 2010. Dallo studio emerge un quadro di difficile integrazione tra le esigenze di cura familiare e quelle del lavoro. Quasi 3 su 10 persone occupate, con figli o con altre responsabilità di cura, vorrebbero ridurre il tempo dedicato al lavoro retribuito, in favore di quello impiegato nell’accudimento. All’estremo opposto, circa 1 su 4 persone inattive, con responsabilità di cura, sarebbero disposte a lavorare se potessero ridurre il tempo dedicato all’assistenza (si tratta di oltre 1 milione di persone).
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Buone pratiche nei servizi alla famiglia
Lo studio, a cura di D. Bramanti ed E. Carrà nell’ambito dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, è suddiviso in due parti: la prima dedicata ai servizi e interventi in favore delle famiglie fragili, la seconda si focalizza su progetti dedicati alle famiglie con anziani non autosufficienti. L’analisi contenuta nella seconda sezione fa riferimento a tre regioni (Liguria, Lombardia e Sicilia) e analizza le buone pratiche a sostegno degli anziani e delle loro famiglie, caratterizzate da azioni a largo raggio, capacità di impatto nei contesti di riferimento oppure replicabilità in ambiti differenti.
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