Rapporto mondiale Alzheimer 2011
Il Rapporto Mondiale Alzheimer 2011, intitolato “I benefici di diagnosi e interventi tempestivi”, è stato redatto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Psichiatria del King’s College di Londra e realizzato grazie ad Alzheimer’s Disease International (ADI), Alzheimer’s Association USA e Federazione Alzheimer Italia. Lo studio evidenzia che la maggior parte delle diagnosi di demenza viene effettuata con grave ritardo. Il trattamento posticipato aggrava pesantemente i problemi di tutti i soggetti coinvolti: malati, familiari, società e sistemi sanitari.
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Dossier statistico immigrazione 2011
Il “Dossier Statistico Immigrazione 2011”, rapporto annuale che la Caritas Italiana, la Fondazione Migrantes e la Caritas diocesana di Roma pubblicano dal 1991, riflette la delicata fase di crisi economica ed occupazionale, di cui gli immigrati avvertono gli effetti negativi. La presenza regolare dei cittadini stranieri in Italia si aggira attorno ai 5 milioni. I lavoratori immigrati costituiscono un decimo della forza lavoro italiana, ed ora stanno pagando duramente gli effetti della crisi, incidendo per un quinto sui disoccupati. Il protrarsi dello stato di disoccupazione per i cittadini non comunitari pregiudica il rinnovo del permesso di soggiorno, costringendoli al rimpatrio o a trattenersi irregolarmente.
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Il lavoro irregolare in Italia
Oltre il 10% degli occupati in Italia, nel 2010, ha lavorato in nero (circa 2,5 milioni di persone). La percentuale del lavoro irregolare è alta soprattutto nell’agricoltura (con il 37,4%) e nei servizi (al 10,6%), mentre nell’industria è più contenuta (5,7%). Nei servizi sono occupati quasi 1,8 milioni di lavoratori irregolari, con numeri elevati nel commercio, negli alberghi e nei ristoranti, ma soprattutto nei servizi alle famiglie. Secondo le stime dell’Istat, l’economia sommersa ammonta a 255-257 miliardi di euro, vale a dire tra il 16,3% e il 17,5% del Prodotto interno lordo dell’Italia.
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I romeni in Italia
I romeni sono il primo gruppo nazionale per numero di presenze in Italia, 968.576 secondo l'ultimo dato Istat, il 21% sul totale degli stranieri. Secondo un'indagine realizzata dalle Acli (Iref), che ha coinvolto tramite questionario 1.200 lavoratori romeni residenti in Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Puglia, per quasi due donne su tre (64%) la prima esperienza di lavoro all'estero ha coinciso con un'occupazione nel settore del lavoro domestico e dell'assistenza familiare, mentre per gli uomini è stato il settore dell'edilizia a rappresentare il primo sbocco professionale (42%). Un romeno su due, tra quanti vivono e lavorano in Italia, vorrebbe tornare in patria, ma ad ostacolare la prospettiva del rientro c'è la convinzione che trovare lavoro in Romania sia ancora difficilissimo.
La ricerca è stata realizzata nell’ambito del progetto “Medit”, promosso dall'Agenzia nazionale per l'occupazione della Romania (Anofm), insieme con l'Ente di formazione professionale delle Acli (Enaip), volto a favorire il "rientro produttivo" dei lavoratori romeni nella loro patria, valorizzando , le esperienze e le competenze acquisite in Italia.
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Gli italiani e la vecchiaia
Per il 58% degli italiani la paura principale legata alla vecchiaia è diventare dipendenti dagli altri: parenti, badanti o strutture di ricovero. È quanto emerge dallo studio “Gli italiani, l'invecchiamento, la perdita d'autonomia personale e la risposta attiva”, condotto da Astra Ricerche e promosso da Assidai, il fondo sanitario integrativo di Federmanager. La ricerca, condotta su 2.000 italiani di età superiore ai 15 anni, ha messo in evidenza come il 63% degli intervistati è attanagliato dall'incubo della solitudine e dell'abbandono. Secondo l'indagine, solo il 29% è certo che quando sarà anziano e non autosufficiente, potrà ricorrere ad un mix di diagnosi, terapie e assistenza adeguato. Il 28%, invece, ipotizza di poter contare sui parenti o su badanti. Il 41%, infine, afferma di aver iniziato a fare prevenzione e di aver attivato un’assicurazione integrativa.
Da: Adnkronos