A colloquio con Cristiano Gori
Marzo 2009
Le riforme regionali per i non autosufficienti è il titolo del volume uscito da poco a cura di Cristiano Gori, consulente scientifico dell’IRS e visiting fellow presso la London School of Economics. Il libro analizza in modo puntuale le politiche regionali, le riforme realizzate, i punti di forza e le criticità, le linee di tendenza. Affronta temi diversi, a 360 gradi: le modalità di organizzazione e di finanziamento, il cambiamento dei sistemi di governo, l'innovazione nell'offerta di servizi, il ruolo dei diversi attori, compreso il governo nazionale.
Il volume è pubblicato sotto forma di e-book: non è disponibile in libreria, ma è scaricabile gratuitamente dal sito dell'editore Carocci, seguendo questo link, dove è consultabile anche l'indice del volume. Non c'è bisogno di registrarsi, utilizzando lo username: riforme e la passwrd: regionali
Abbiamo rivolto a Cristiano Gori alcune domande.
Qualificare: come nasce questo libro?
Gori: l’idea del libro è nata dalla constatazione che le Regioni hanno dato vita ad un grande patrimonio di elaborazioni e pratiche di riforma ma che sinora lo si è poco analizzato. Girando tra alcune regioni mi era venuto il desiderio di approfondire meglio le loro riforme e di metterle a confronto, il sostegno dello Spi Cgil Lombardia ha reso possibile realizzare questo desiderio insieme al gruppo di lavoro Irs. Spero che il libro potrà essere utile a chi lavora nei servizi ed a chi programma le politiche, certamente preparalo è stato molto stimolante. Alcune Regioni hanno compiuto importanti passi in avanti, altre stanno facendo errori ma, in ogni caso, si tratta di un materiale di esperienza ampio e che può fornire molti stimoli.
Qualificare: qual è il messaggio principale che questo libro propone?
Gori: non mi pare ci sia un unico messaggio, le politiche regionali forniscono numerose sollecitazioni, spesso diverse da quelle attese, che abbiamo esaminato insieme agli altri autori, che desidero ringraziare. Nelle Regioni si stanno sviluppando maggiormente i servizi o le prestazioni monetarie? Come funziona la presa in carico a livello locale? Quale il contributo economico richiesto alle famiglie? Quali i nuovi modelli di governo del sistema? Queste sono alcune tra le domande con cui ci siamo confrontati. Le idee del libro potranno arrivare, spero, a tanti poichè può essere comprato in versione cartacea e può anche essere scaricato gratuitamente. E' la prima volta che rendo un volume scaricabile da internet, l'idea è di riuscire così a raggiungere un maggior numero di operatori, dirigenti, studenti, esperti, sono curioso di vedere come andrà.
Qualificare: quali sono oggi le priorità delle politiche per gli anziani non autosufficienti?
Gori: il profilo delle politiche regionali cambia, diventa più complesso, si presentano nuove sfide. Al fondo, però, le priorità sono le stesse da tempo. Primo, lavorare per la costruzione di un percorso assistenziale con una reale presa in carico dell'utente, questo è l'aspetto su cui il nostro studio ha mostrato una maggiore distanza tra il dichiarato delle normative e la realtà del territorio. Secondo, aumentare l'offerta di servizi alla persona, domiciliari e in molte Regioni anche residenziali, e sul residenziale c'è sovente la necessità di riconvertire le strutture per rispondere ad un'utenza più complessa. Terzo, incrementare la quota del costo delle strutture a carico della sanità, per combattere il nesso sempre più forte tra non autosufficienza e povertà. Quarto, aumentare la spesa regionale dedicata ai non autosufficienti. Su quest'ultimo punto, così come su molti altri, è però necessario un maggiore contributo da parte dello stato.
Qualificare: in un contesto federalista, quali ruoli allora dovrebbero giocare lo Stato e le Regioni?
Gori: è importante non dimenticare l'assoluta necessità di una robusta riforma nazionale, senza la quale le politiche regionali non hanno prospettive di vero sviluppo. Per questo motivo abbiamo inserito nel volume anche una parte sull'attesa riforma nazionale, con un'analisi del dibattito compiuto sinora e la simulazione di alcuni scenari futuri. Un maggiore intervento dello Stato è nell'agenda di tutti i paesi europei dal decennio scorso. Tradizionalmente, infatti, la maggiore responsabilità per l'assistenza agli anziani non autosufficienti ha avuto ovunque natura principalmente locale, di Comuni e Regioni, ma il ruolo dello Stato è divenuto decisivo. In tutta Europa le domande di interventi sono cresciute – innanzitutto a causa dell'invecchiamento della popolazione – così da non rendere più sostenibile il compito per Comuni e Regioni senza un forte intervento centrale. Da metà anni '90, pertanto, gli altri stati europei hanno introdotto robuste riforme nazionali tese ad incrementare gli stanziamenti dedicati e stabilire alcune regole valide nell'intero territorio, come il Fondo per la non autosufficienza spagnolo e quello tedesco. In Italia, nonostante una situazione particolarmente critica, lo Stato ha sinora agito assai poco.