Ricerche

“Servizi alla persona e occupazione nel welfare che cambia”
Il numero dei collaboratori domestici (colf, badanti, baby-sitter) che prestano servizio presso le famiglie italiane è passato da poco più di un milione nel 2001 all’attuale 1 milione 655mila (+53%). È uno dei dati contenuti nella ricerca realizzata dal Censis e dalla Fondazione Ismu per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Secondo lo studio, a fronte di una spesa media di 667 euro al mese, solo il 31,4% delle famiglie riesce a ricevere una qualche forma di contributo pubblico. Per far fronte alla spesa, nell’attuale contesto di difficoltà economica, il 48,2%delle famiglie ha ridotto i consumi pur di mantenere il collaboratore, il 20,2% ha intaccato i propri risparmi, il 2,8% si è dovuto addirittura indebitare. L’irrinunciabilità del servizio sta peraltro portando alcune famiglie (il 15%, ma al Nord la percentuale arriva al 20%) a considerare l’ipotesi che un membro della stessa rinunci al lavoro per prendere il posto del collaboratore. Con una domanda crescente di protezione sociale, conclude la ricerca, è indispensabile incrociare il "welfare familiare", che impiega rilevanti risorse private, con un intervento pubblico di organizzazione e razionalizzazione dei servizi alla persona basato su vantaggi fiscali alle famiglie.
Da: Censis 

“Indagine sull’assistenza familiare in Italia: il contributo degli immigrati”
Il 73,3% dei collaboratori familiari non ha ricevuto una formazione specifica nella cura alla persona e il 36,0% sente la necessità di una formazione specifica per svolgere i suoi compiti. Sono alcuni dei dati contenuti nella ricerca "Indagine sull'assistenza familiare in Italia: il contributo degli immigrati", promossa da UniCredit Foundation, in collaborazione con Agenzia Tu UniCredit, realizzata a cura del Centro Studi e Ricerche Idos. L’indagine, che ha coinvolto 606 assistenti familiari immigrati (colf e badanti) contattati prevalentemente fra i clienti delle banche nelle regioni del Nord e del Centro Italia, ha indagato diversi aspetti riguardanti l’attività lavorativa, la vita sociale e la condizione economica. Su quest’ultimo tema la ricerca rivela che il 18,3% degli intervistati non riesce a risparmiare, mentre la parte restante si divide quasi equamente in tre gruppi che riescono a risparmiare fino a 100 euro, tra i 100 e i 250 euro e oltre i 250 euro mensili. I soldi risparmiati vengono per lo più inviati nel proprio paese (dal 72,2% di chi riesce a risparmiare), mentre un decimo effettua dei depositi in banca.
Scarica qui la ricerca

“Rapporti annuali sulle principali comunità straniere presenti in Italia”
Per comprendere le dinamiche evolutive delle diverse cittadinanze non comunitarie presenti in Italia, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha promosso una collana editoriale di “Rapporti annuali sulle principali comunità straniere presenti in Italia”. I primi dieci studi pubblicati riguardano le comunità Filippina, Marocchina, Tunisina, Albanese, Moldava, Ucraina, Egiziana, Sri Lankese, Peruviana ed Ecuadoriana. Le prossime edizioni saranno focalizzate sulle Comunità Cinese, Indiana, Pakistana, Bengalese. In ogni Rapporto sono indagati aspetti quali le caratteristiche socio-demografiche, la condizione occupazionale, gli esiti della procedura di emersione (D. Lgs. 109/2012), le politiche del lavoro e gli interventi di welfare.
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"Il villaggio senza madri (Satul fara mamici)"
Ingrid Beatrice Coman, nel volume "Il villaggio senza madri", restituisce una serie di racconti sul dramma degli "orfani bianchi", i bambini romeni  che vivono con nonni, zii, vicini o in istituti mentre i genitori lavorano all'estero come muratori e badanti (Rediviva Edizioni, novembre 2012,146 pagine, prezzo 10 euro). D, il femminile di Repubblica, propone un'intervista all'autrice e pubblica in esclusiva uno dei racconti.
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