I Registri delle assistenti familiari: qualità o quantità?

di Giselda Rusmini - Istituto per la Ricerca Sociale, Milano
Aprile 2012


Al centro di numerosi progetti di sostegno e qualificazione del lavoro di cura sta la facilitazione dell'incontro tra domanda e offerta.
Strumenti di ogni attività regolata di intermediazione, i registri o “albi” delle assistenti sono andati rapidamente diffondendosi. Offrono alle famiglie la possibilità di accedere alle informazioni sulle lavoratrici in maniera trasparente, esercitando una facoltà di scelta che è invece fortemente limitata nel caso di una ricerca tramite “passaparola”. Alle assistenti familiari viene riconosciuto uno status professionale, le conoscenze acquisite frequentando corsi ad hoc, le competenze maturate in ambito lavorativo.  

Un nodo cruciale di questi strumenti è dato dal grado di selezione delle assistenti, che si traduce nel livello minimo di qualificazione garantito alle famiglie. 
Vi sono sistemi di incrocio domanda/offerta che non prevedono requisiti minimi delle aspiranti assistenti, in cui il registro riveste quindi il carattere di “elenco”, o di "bacheca". Altri in cui viene fatta una selezione in ingresso, che richiede un set minimo di requisiti e che assume maggiormente la fisionomia dell’”albo”[1]. Nel primo caso l’obiettivo di qualificazione del mercato è lasciato alla libera “concorrenza” tra le lavoratrici: si presume che quelle più qualificate trovino lavoro più facilmente, anche se talvolta vince chi offre un prezzo più basso. Nel secondo caso la qualificazione del mercato passa attraverso la ricerca di attestati formativi o di una esperienza professionale adeguata al ruolo.

Quanto più l’iscrizione ai registri viene regolata da requisiti d’ingresso stringenti, in grado di garantire una qualità dell’assistenza elevata, tanto minore è il numero di assistenti potenzialmente iscrivibili. La garanzia di una elevata qualità dell’assistenza si scontra con l’esigenza di favorire l’emersione del lavoro sommerso coinvolgendo all’interno del sistema quante più famiglie e assistenti possibili. Qualificazione del mercato ed estensione degli interventi per l’emersione dal lavoro nero si trovano così in “concorrenza”.

I registri, in sé, sono uno strumento che ha un’efficacia limitata rispetto al raggiungimento di due obiettivi centrali:
 

  • qualificare il lavoro di cura;
  • ridurne il tasso di irregolarità.

La capacità del sistema di incrocio domanda/offerta di lavoro privato di cura di attrarre domanda e offerta di lavoro si lega soprattutto alla presenza di ulteriori benefici, quali servizi o sostegni economici.

Il riferimento è a contributi per la regolare assunzione dell’assistente, per la gestione amministrativa del contratto, per l’accesso ai servizi delle assistenti qualificate, servizi di sostituzione. O ancora, contributi economici rivolti alle famiglie per consentire la frequenza della lavoratrice ai corsi di formazione. Più in generale a un sistema strutturato di offerta, opportunamente pubblicizzato, in cui gli di attori che operano sul territorio (centri per l'impiego, servizi socio-assistenziali, soggetti del terzo settore e delle organizzazioni pubbliche e private operanti in tale ambito) lavorano in maniera coordinata. Un sistema in grado di offrire accompagnamento al rapporto non solo in fase di incontro domanda/offerta, ma anche prima, durante la ricerca del servizio adeguato alle esigenze di cura dell’anziano e alla lettura del bisogno, e dopo, nella fase di gestione del rapporto tanto dal punto di vista amministrativo che relazionale.

Quali gli effetti dei diversi sistemi messi in campo?  Mancano molte informazioni, ma è possibile avanzare qualche realistica ipotesi sulla base dei segnali che stiamo raccogliendo, in ordine al duplice obiettivo di qualificare l’offerta di assistenza e di ridurre il lavoro nero.

I sistemi caratterizzati da uno scarso rilievo dato alla qualificazione delle assistenti (in termini di investimento nella formazione e/o nella sue rilevanza per l’iscrizione agli elenchi), associato alla mancanza di servizi/incentivi per le famiglie e le assistenti hanno effetti scarsi o nulli sul mercato privato di cura (quadrante 3).
 
Figura 1 – Caratteristiche dei sistemi di incontro domanda/offerta e loro possibili effetti
 


 
Nei casi in cui all’assenza di benefici collegati si associa uno sforzo per qualificare l’offerta di lavoro (quadrante 4), possiamo ipotizzare un (limitato) effetto sulla qualificazione dell’assistenza: le lavoratrici, che notoriamente hanno difficoltà a seguire i corsi, avranno scarso interesse ad iscriversi e le famiglie avranno un moderato interesse a cercare l’assistente attraverso essi.
 
I sistemi in cui non viene particolarmente promossa la qualificazione dell’assistenza, ma alle famiglie vengono offerti contributi economici o servizi (quadrante 2) potrebbero avere il principale effetto di promuovere l’emersione del lavoro nero, in relazione alle dimensioni dei benefici offerti.
 
Infine, la situazione in cui viene favorita la qualificazione dell’offerta di lavoro di cura e sono offerti contributi economici e/o servizi di accompagnamento alla relazione (quadrante 1) è quella in cui si favorisce l’emersione del lavoro nero e la qualificazione del mercato privato della cura. In questa situazione si viene infatti a creare un circolo virtuoso che favorisce la regolare assunzione delle assistenti qualificate.
 
Il percorso verso il quadrante 1 richiede tempo, risorse e in fase iniziale può dare scarsi risultati, ma è l’unica direzione verso un governo efficace del mercato privato della cura. L’istituzione del registro, da sola, non può bastare.  
 
A livello regionale si rileva sempre più spesso quest’ultima modalità di strutturazione degli interventi di governo del mercato privato della cura[2], ma non mancano interventi parziali focalizzati prevalentemente su azioni limitate (formative, di intermediazione, di sostegno economico), piuttosto che di sistema. Il rischio è quello di offrire un servizio di cui usufruiscono in pochi, o per poco tempo, e in cui i benefici prodotti si esauriscono in breve. L’investimento economico e lo sforzo richiesto dai programmi più articolati è maggiore, non foss'altro per il fatto che essi richiedono il coordinamento di settori diversi della pubblica amministrazione: servizi sociali, formazione, lavoro. Ma gli sforzi messi in campo possono produrre risultati durevoli e apprezzabili sul lungo periodo.


>>> I registri regionali delle assistenti familiari: download <<<

 


[1]
Per i requisiti di accesso agli albi regionali si veda la tavola 1 in download.

[2]
Per un approfondimento su alcuni di questi programmi regionali si veda il contributo “Regioni e lavoro di cura”, pubblicato su Prospettive Sociali e Sanitarie n. 12/2011 (download).

 

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