Ricerche

“International labour migration. A rights-based approach”
La migrazione internazionale di manodopera è emersa come una questione importante a livello mondiale, che interroga le agende politiche dei paesi più sviluppati. La monografia a cura dell’International Labour Office (ILO) presenta e discute le prospettive sulla migrazione del lavoro, le connessioni tra migrazione e sviluppo, il quadro normativo per la tutela dei diritti dei migranti, la governance delle migrazioni internazionali del lavoro e il ruolo del dialogo sociale e della cooperazione internazionale.
Scarica qui il rapporto: parte 1, parte 2, parte 3

“Occupational promotion of migrant workers”
La relazione esamina la situazione relativa alla promozione professionale dei lavoratori migranti negli Stati membri dell'UE. Precedenti ricerche hanno dimostrato che i lavoratori migranti sono spesso segregati, percepiscono basse retribuzioni e hanno occupazioni non qualificate e precarie. La relazione conferma queste tendenze, fornendo prove degli ostacoli alla promozione professionale dei lavoratori migranti. La seconda parte della relazione prende in considerazione alcune politiche pubbliche e buone pratiche che mirano a favorire la promozione professionale dei lavoratori migranti, tra cui l'istruzione e formazione e iniziative di contrattazione collettiva.
Scarica qui la ricerca

Immigrati e salute
II diritto alla salute, sancito dalla Costituzione italiana (art. 32) e previsto per le persone straniere a livello normativo (D.lgs. 286/1998) spesso non riesce ad essere esercitato nella quotidianità. Nonostante la normativa vigente garantisca agli stranieri l’assistenza sanitaria, la mancanza di informazioni chiare e il timore di un contatto con le strutture pubbliche rendono difficoltoso l’esercizio di tale diritto. È quanto si legge nel primo rapporto del progetto “Migrazioni e Salute”, a cura dell’Istituto superiore di sanità. Di esso fa parte il programma per l’implementazione di una rete informativa sull’assistenza sanitaria di primo livello agli immigrati irregolari, denominato “Progetto Osi”, cui hanno aderito 43 ambulatori. I dati raccolti attraverso tale rete, relativi a 4.327 pazienti, mostrano che circa il 25% degli immigrati che si rivolgono a questi servizi è titolare di un permesso di soggiorno. La mancata iscrizione al Sistema sanitario nazionale da parte di chi potrebbe farlo, secondo lo studio, può essere riconducibile alla mancanza di consapevolezza dei propri diritti, ma anche a problemi burocratici legati all’iscrizione.
La scheda che illustra il progetto e alcuni risultati è scaricabile dal sito dell'Iss  

Badanti in Piemonte
La maggioranza delle assistenti familiari operanti in Piemonte (58,4%) è occupata in regime di co-residenza con l’anziano, il 31% lavora solo di giorno e solo il 2,8% fa il turno di notte. Lo rivela lo studio realizzato realizzato dalla Cisl regionale, in collaborazione con l’Università di Torino, su un campione di 500 badanti che svolgono la loro attività in Piemonte. Secondo lo studio, il 56,7% dispone di una stanza propria, il 33,8% dorme nella stessa stanza dell’anziano o è sistemata in maniera precaria nella parte di corridoio attigua alla sua stanza. Per queste ed altre ragioni sono numerose le assistenti familiari che denunciano malattie psicosomatiche, squilibri del comportamento (alcoolismo) o vere e proprie malattie psichiatriche. Per quanto riguarda il contratto di lavoro, il 74,8% del campione dichiara di averlo, invece il 18,7% ha affermato di non averlo. Per quanto riguarda il versamento dei contributi, il 47,5% delle assistenti afferma che è il datore di lavoro a versare i contributi, mentre il 25,9% versa la propria quota spettante.
Da: Meltinglab 

Immigrati in Lombardia
Nel 2009 più della metà degli immigrati maggiorenni in Lombardia vive col proprio coniuge o partner. La percentuale è superiore al 70% tra chi ha la carta di soggiorno, mentre è minima, pari al 17%, tra i “clandestini” che mai hanno avuto permesso di soggiorno e al 28% tra gli “irregolari” che ne hanno perduto titolarità. Secondo la Fondazione Ismu, inoltre, le rimesse dalla Lombardia verso i Paesi a forte pressione migratoria nel 2009 sono state pari a 714 milioni di euro, per la prima volta in crescita dopo una costante diminuzione a partire dai 777 milioni del 2006, 756 del 2007 e 704 del 2008. Tuttavia il lieve aumento (+1,5%) è stato inferiore alla contemporanea crescita della popolazione di riferimento, da un milione e 60mila unità a un milione e 170mila unità (+10,4%). Ciò, secondo gli studiosi, evidenzia come siano sempre più diffusi i progetti migratori di stabilizzazione familiare in Italia.
A livello di singole cittadinanze si conferma la fortissima propensione alle rimesse del gruppo ex sovietico femminile, e molto spesso unifamiliare, impegnato per lo più nell'ambito del “badantato”, eccezionalmente con progetti migratori di breve termine e massimizzazione del profitto in Italia: l’Ucraina (con 169 euro al mese procapite), la Russia (con 120), la Moldova (con 116). Seguono la Bulgaria, sempre dall’Est Europa, con 89 euro di rimesse procapite; la Cina, con 66 euro di rimesse e i guadagni più elevati; il Senegal, con 64 euro.
Da: Ismu Newsletter 20
 

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