Ricerche

Primo rapporto ENM: Politiche migratorie. Lavoratori qualificati. Settore sanitario.
Lo European Migration Network (EMN), è il programma comunitario avviato a titolo sperimentale nel 2003 e ora diventato iniziativa strutturale di cui fanno parte i 27 Paesi dell’UE, finalizzato allo scambio e l’aggiornamento continuo sul fenomeno migratorio e sui richiedenti asilo. Il primo “Rapporto EMN Italia” è stato curato dal ministero dell’Interno con il supporto del centro studi e ricerche Idos/Dossier Statistico Immigrazione, con la collaborazione, in ambito sanitario, dell’Ordine dei medici, della federazione dei collegi degli infermieri e della società italiana di Medicina delle Migrazioni. La prima parte del “Rapporto” si sofferma sulle politiche e strutture riguardanti l’immigrazione: fornisce i più recenti aggiornamenti normativi e sottolinea le possibili prospettive a livello giuridico e sociale, con specifico riferimento all’inserimento nel mondo del lavoro nelle sue varie forme. Le altre due parti riguardano il rapporto tra mercato occupazionale e flussi qualificati, quindi, l’apporto di medici e infermieri stranieri nel settore sanitario.
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L’immigrazione in Italia
Gli stranieri in Italia sono in costante aumento e rappresentano il 7,1% della popolazione residente. Lo afferma l’Istat, che ha reso noto gli indicatori demografici del 2009. Gli ingressi in Italia da parte di cittadini stranieri, pur registrando alti tassi di crescita risultano in calo rispetto ai due anni precedenti. La causa potrebbe essere ricercata nella crisi occupazionale che ha interessato il mercato italiano, sia in termini di calo dei posti di lavoro complessivi (-306 mila tra dicembre 2008 e dicembre 2009) sia in termini di crescita della popolazione in cerca di occupazione (+392 mila).
L’Istituto di Statistica spiega anche che molti dei nuovi flussi sono da attribuirsi al “protrarsi dell’effetto allargamento dell’Unione europea dal 1 gennaio 2007 ai cittadini romeni e bulgari”, comunità in crescita secondo le stime rispettivamente del 20% e del 16% nel 2009.
Scarica qui il comunicato stampa dell’Istat  

Disoccupazione e immigrazione
Cresce la disoccupazione, soprattutto tra gli immigrati di sesso maschile. La Fondazione Leone Moressa ha analizzato i dati Istat dei primi tre trimestri 2009 a confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente, scattando una fotografia del mercato del lavoro degli stranieri in Italia. Se nella componente femminile la disoccupazione è aumentata del 16,9%, in quella maschile l’incremento è dell'84,6. In un anno i disoccupati con passaporto extra-Ue (in totale 155mila) sono cresciuti del 29%, mentre i comunitari (70mila) addirittura del 93,6. Nello stesso periodo di riferimento quelli italiani hanno registrato +9,7%. Ma ci sono anche segnali positivi. Le famiglie italiane hanno sempre più bisogno dell'aiuto delle colf e badanti: infatti sul fronte occupati, le donne straniere hanno registrato un balzo di +13,6 per cento.
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Da: Il Sole 24 Ore

Immigrati in Lombardia nel Rapporto ORIM
Un immigrato su quattro vive in Lombardia. Secondo il nuovo rapporto dell'Orim, l'Osservatorio Regionale per l'Integrazione e la Multietnicità, sono ormai 1.170.000 le persone straniere (regolari e non), presenti in Lombardia. Negli ultimi nove anni il numero di presenze straniere è quasi triplicato. Le prime nazionalità presenti sono quella romena (169.100 persone, +3% rispetto al 2008), la marocchina (127.500, +10,6% rispetto al 2008) e l’albanese (115.800, +10,2%). Nel complesso le nazionalità con almeno 5mila presenti sono 32 (mentre nel 2001 erano 17). Secondo gli esperti dell’Orim, “il nuovo clima di maggior contrasto dell’immigrazione illegale e la diminuzione del tradizionale ‘effetto richiamo’, dovuto alla criticità del mercato del lavoro, sembrerebbero aver rallentato nel 2009 la crescita della componente irregolare”. Gli immigrati senza un valido titolo di soggiorno sono circa 153mila, “solo” 5mila in più rispetto al 2008, anno in cui la crescita rivelata era stata di 18mila unità rispetto all’anno precedente. Il tasso di irregolarità è in media del 13% (13 irregolari ogni 100 presenti), valore tra i più bassi dell’ultimo decennio.
Da: Redattore sociale

L’onere della cura
La ricerca “Le famiglie e l’assistenza agli anziani non sufficienti: il caso empolese” si propone di fornire un quadro dell’attività assistenziale ai non autosufficienti, analizzare le scelte operate dal primary caregiver, le motivazioni sottostanti alle stesse e le loro implicazioni economiche. Ulteriori finalità perseguite sono lo studio della capacità di conciliazione tra attività assistenziale e lavorativa e la riduzione del “peso” dell’onere assistenziale. Fra i risultati, emerge come i collaboratori domestici rivestano un ruolo di primaria importanza nell’assistenza ai non autosufficienti. Il 42% dei primary caregivers intervistati ha infatti dichiarato di utilizzare questo servizio e la metà ha detto di aver assunto una badante che convive con l’assistito (53%) o che comunque si occupa di quest’ultimo per oltre 60 ore settimanali (55%). La ricerca ha preso in considerazione l’intero universo dei non autosufficienti alla data di ottobre/novembre 2008. L’indagine, condotta mediante un intervista telefonica alla persona che, nell’ambito della rete familiare, coordina l’attività di assistenza, ha visto il coinvolgimento di circa 1.200 famiglie.
Scarica qui la ricerca: parte 1 e parte 2

L’assistenza familiare nel paniere Istat
Nel 2010 il paniere per il calcolo dell'inflazione risulta composto da 521 prodotti, per i quali vengono calcolati mensilmente i relativi indici dei prezzi al consumo. Rispetto all'anno precedente entrano nel paniere le nuove posizioni di intervento medico in regime privatistico e di collaboratore familiare con compiti di assistenza alla persona.
Scarica qui il documento Istat “Gli indici dei prezzi al consumo - Anno 2010”
 

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