Luci ed ombre nel ricorso ai servizi per malati di Alzheimer
Aumenta l’età media dei malati di Alzheimer e dei loro caregiver. È uno dei risultati dell’indagine campionaria realizzata da AIMA e Censis, con il contributo di Lilly, che riprende e aggiorna analoghi studi realizzati nel 1999 e nel 2006. Fra i malati, il 65,9% sono donne e l’età media è di 78,8 anni (erano 73,6 anni nel 1999 e 77,8 nel 2006). I caregiver hanno un’età media di 59,2 anni (contro 53,3 anni nel 1999 e 54,8 nel 2006) e rispetto a una decina d’anni fa è sono aumentati i pensionati ed è triplicata la percentuale dei disoccupati (3,2% nel 2006 e 10,0% nel 2015). Il nuovo studio ha messo in luce un minore ricorso a tutti i servizi per l’assistenza e la cura dei malati di Alzheimer, in particolare l’assistenza domiciliare integrata (dal 6,1% all’11,0% fino all’attuale 9,5%) e i centri diurni (dall’8% circa al 24,9% per ritornare al 12,5%). Per quel che concerne alcuni servizi socio-assistenziali di tipo innovativo (tra i quali gli Alzheimer Caffè, i centri per la terapia occupazionale, i laboratori di stimolazione cognitiva, le palestre), considerati solo in questa ultima indagine, emerge che il 20,8% dei malati riesce a frequentarne almeno uno, soprattutto tra chi risiede al Nord. Decisamente più ampio è il ricorso all’assistenza privata fondata sul sostegno degli assistenti familiari, anche se in leggero calo (dal 40,9% del 2006 al 38,0% nel 2015).
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Notizia inserita il 14 marzo 2016

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